Falsificò le ricette, farmacista dovrà rimborsare
Aveva patteggiato due anni, con pena sospesa, l’ex farmacista di Vilminore di Scalve accusata di falso e truffa aggravata. Dopo la sentenza del Tribunale di Bergamo, ci fu la confisca di beni per circa 800mila euro. Al capitolo penale si aggiunge ora la sentenza della Corte dei conti, che ha quantificato in oltre un milione e 200mila euro il danno erariale e d’immagine per Ats. Lo stato potrà muoversi una volta diventata esecutiva la sentenza, come ricordato dagli avvocati della difesa, i quali ipotizzano di non impugnare la sentenza. Stando all’impianto accusatorio la farmacista avrebbe falsificato una serie di ricette di pazienti per ordinare, a loro insaputa, dei costosi farmaci salvavita. Medicinali che dovevano essere utilizzati dai trapiantati, ed erano rimborsati dal Servizio sanitario nazionale. Lei pagava regolarmene le aziende fornitrici, ma poi questi farmaci restavano nel magazzino oppure venivano gettati via. Il Sistema sanitario nazionale effettuava i rimborsi e, sempre secondo quanto aveva ricostruito dalla Procura di Bergamo, la donna tratteneva il margine di guadagno. A smascherare l’espediente escogitato, un’azienda farmaceutica che produce medicinali salvavita, dopo l’incremento delle vendite fatte dalla farmacista, che nel 2020 avrebbe venduto in nove mesi medicinali destinati ai trapiantati di fegato tre volte superiore al totale di quelli venduti in Bergamasca. Il 16 marzo 2022 i carabinieri, diedero il via all’inchiesta ”Farmacomat”. Fu intercettata una telefonata che la farmacista fece alla madre dicendo di aver falsificato le ricette per aumentare il fatturato, aggiungendo: “soldi facili!”. La farmacista è stata radiata dall’Ordine, provvedimento sospeso in attesa della decisione sull’impugnazione del provvedimento da lei presentato.
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