Condanne per violenze e abusi in Bergamasca

Condannato a 10 anni di carcere e al pagamento di una provvisionale di 50mila euro per la figlia e 5mila per la moglie. La sentenza è stata pronunciata a carico di un il 59enne residente in un paese dell’Isola bergamasca, per aver abusato della figlia, da quando lei aveva cinque anni e mezzo fino a 12 anni. La sentenza di primo grado è arrivata dopo una lunga camera di consiglio, che ha impegnato i giudici della Corte d’assise. La vicenda è venuta alla luce 5 anni dopo i fatti, dopo che la vittima si era confidata con un’amichetta e successivamente con la madre, separata dall’ex un anno prima. L’uomo ha sempre negato gli abusi, così come di aver inviato alla figlia un messaggio del luglio 2022, salvato in uno screenshot, in cui avrebbe scritto: “Se tornassi indietro, piuttosto che fare quelle cose mi toglierei la vita”. Gli avvocati della difesa, nel chiedere l’assoluzione «perché il fatto non sussiste», hanno rimarcato che, se un imputato non è in grado di fornire giustificazioni contro determinate accuse, non vuol dire che sia colpevole. Due diciannovenni di origini tunisine in Italia senza fissa dimora e senza occupazione, entrambi con precedenti per reati di droga sono finiti in carcere con l’accusa di violenza sessuale in concorso su una ragazza italiana di 18 anni. La giovane ha raccontato che lei e una coetanea lo scorso mese di dicembre, avevano invitato a casa dell’amica ad Alzano Lombardo i due tunisini, ragazzi che loro già conoscevano. Dopo aver trascorso la serata insieme l’amica è andata in un’altra stanza lasciandola con i due diciannovenni, da cui avrebbe subito ripetuti abusi fisici. L’amica non si sarebbe accorta di nulla. Il giorno dopo la giovane ha deciso di andare a denunciarli. Il gip ha emesso nei loro confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per violenza sessuale in concorso.

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