VICE PARROCO CONDANNATO PER ABUSI

Condannato a sei anni per violenza sessuale su minore l’ex viceparroco di un paese della Valle Brembana. In primo grado, il sacerdote, era stato assolto «perché il fatto non sussiste». Nelle scorse settimane la Corte d’appello di Brescia ha però ribaltato la sentenza. Assistito dall’avvocato Roberto Bruni, il quarantenne che dal 2012 è in una comunità monastica fuori provincia, ricorrerà in Cassazione. Gli episodi contestati sarebbero avvenuti ai danni di una ragazza del paese ora 22enne, figlia di una famiglia che frequenta la parrocchia. Anche per questo - è il racconto della presunta vittima - aveva avuto titubanze nello sporgere denuncia. La vicenda, stando al racconto della giovane, sarebbe iniziata nel 2001, quando la presunta vittima era una bambina di 6 anni, e sarebbe terminata nel 2006. Gli episodi contestati all’ex viceparroco, che era anche insegnante nella scuola del paese, riguardano toccamenti nelle parti intime a scuola, in sagrestia e in oratorio, luogo - quest’ultimo - dove, per l’accusa, la bambina in alcune occasioni sarebbe stata fatta spogliare. Lei aveva raccontato di aver cercato di accennare dei presunti abusi in famiglia e di averne parlato negli anni successivi con le amiche, senza però mai ricevere l’input a denunciare. Solo a 18 anni, dopo essersi confidata con la fidanzata del fratello, s’era convinta a querelarlo. La versione che la ragazza aveva reso durante il processo in primo grado non era stata ritenuta sufficiente per portare a una condanna, nonostante il pm Gianluigi Dettori avesse chiesto 12 anni. In appello il sostituto procuratore generale, aveva invocato la conferma dell’assoluzione. Prima di decidere, la Corte ha disposto che la giovane venisse risentita. E dopo la deposizione, il pg subentrato al collega ha chiesto la condanna. Il sindaco del paese, che e ha seguito tutte le udienze, ricorda: “Era un mio dovere essere presente per rappresentare una comunità toccata nel cuore da questa vicenda. Comunità che ha seguito i fatti con discrezione assoluta e con dolore vissuto nell’intimità”.

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