466 morti in montagna nel 2024
Più di 12 mila missione di soccorso, più di 11 mila persone salvate, 466 persone che sono morte in montagna e 1.400 circa feriti gravi. Sono i dati del soccorso alpino nazionale che da oltre 70 anni opera in ambiente montano oltre che in grotta con gli speleologi con più di 7 mila tecnici altamente specializzati. La caduta e la scivolata è all’origine del 43% delle richieste di aiuto, seguita dall’incapacità di proseguire lungo il percorso degli escursionisti che è alla base del 26% delle chiamate e dal malore che è la causa del 12% delle richieste d’aiuto. A seguire il maltempo, le frane, le valanghe, lo schock anafilattico. L’attività che si conferma come principale causa di incidenti è l’escursionismo (44,3% dei casi), seguita da sci alpino e nordico, Mountain bike, alpinismo, ricerca di funghi, attività lavorative e attività su ferrate e falesie. L’identikit della persona soccorsa, ovvero la tipologia di escursionista che maggiormente chiede aiuto, è rappresentato dall’uomo italiano tra i 50 e i 60 anni, leggermente ferito dopo una caduta durante un’escursione nel mese di agosto, che si conferma il periodo con il maggior numero di interventi. Quasi la metà degli interventi si concentra nei mesi estivi: luglio (14,4%), agosto (18%) e settembre (8,6%), in linea con le principali attività all’aria aperte praticate durante la stagione calda. I territori più coinvolti sono il Piemonte e la Valle d’Aosta, seguito dal Trentino, Alto Adige, dalla Lombardia e dal Veneto. Rispetto ai tre anni precedenti, il numero delle missione è stabile ed è dunque ancora elevato e la mole di richieste di aiuto mette in costante pressione il sistema del soccorso in montagna. Sono in lieve calo ma restano comunque elevati anche gli interventi compiuti dai soccorritori del Cnsas Lombardo nel corso del 2024: il totale è di 1254 interventi, 83 con persone decedute, 1634 le persone soccorse; 83 le ricerche di persone disperse. Tra gli interventi più impegnativi, il soccorso alpino ricorda il soccorso, conclusosi positivamente, della speleologa intrappolata per cinque giorni nella grotta Buono Fonteno. Anche a livello lombardo le cause delle chiamate di soccorso sono la caduta, seguita dai malori, dalla perdita di orientamento, dalla scivolata, dall’incapacità, dalla precipitazione, ritardo e sfinimento. “Rappresentiamo, a livello regionale, oltre 900 soccorritori - sottolinea Marco Astori, nuovo presidente del soccorso alpino lombardo - e quindi sarà nostro compito ripagare la loro fiducia, con la determinazione necessaria per affrontare le sfide e gli impegni futuri che il Soccorso Alpino e Speleologico Lombardo ha di fronte”.
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