OTTAVIA HA RIVISTO LA LUCE

Attorno alle 13.45, un paio d'ore dopo l'ingresso in grotta dell'ultima squadra, interamente composta da speleologi bergamaschi, Ottavia Piana, la 31enne intrappolata domenica sera da un infortunio ad un ginocchio a 150 metri di profondità e ad un chilometro dall'ingresso della grotta di Bueno Fonteno di Fonteno,ha rivisto la luce. Dopo due notti sotto terra – non è mai rimasta sola perché con lei ci sono sempre stati i soccorritori che già domenica nel tardo pomeriggio dopo che è stato lanciato l'allarme l'hanno raggiunta ed hanno cominciato ad organizzare il recupero – Ottavia è provata ma sta abbastanza bene. Ora in ospedale verranno valutate le sue condizioni. A rendere pià difficili le operazioni di recupero – che hanno visto al lavoro oltre 60 tecnici delle delegazioni speleo del soccorso alpino del Nord Italia – oltre al maltempo di lunedì sera, anche il forte dolore che l'incidente le ha provocato Per soccorrere Ottavia Piana, istruttrice nazionale di speleologia iscritta allo speleo CAI di Lovere ma originaria di Adro, sono arrivati speleologi da tutto il nord Italia. In posto già nel tardo pomeriggio di domenica 2 luglio, dopo che è stato lanciato l'allarme, sono arrivati gli esperti della IX Delegazione speleologica del Soccorso Alpino Lombardo raggiunti poi dalle delegazioni speleologiche di Veneto e Trentino, Piemonte ed Emilia Romagna. La ragazza si trovava a una profondità di circa 150 metri, in un tratto di morfologia complessa. Da anni la giovane è impegnata a mappare il reticolo carsico scoperto nei primi anni del 2000 che si estende tra la Valle Cavallina e la costa bergamasca del Lago d'Iseo. Domenica mattina Ottavia aveva raggiunto Fonteno e poi è stata raggiunta da altri quattro colleghi e sono scesi. Ad un certo pupnto qualcosa è andato storto probabilmente si è sganciato un ancoraggio e lei ha fatto un salto di qualche metro. L'impatto con la roccia le ha provocato lesioni ad un ginocchio che non le hanno più permesso di risalire in autonomia. Mentre uno dei compagni restava con lei, gli altri risalivano e lanciavano l'allarme. Da lì si è messa in moto la complessa macchina dei soccorsi. Le squadre si sono alternate al lavoro senza mai fermarsi e metro dopo metro, in spazi angusti e impervi con presenza di acqua e molto stretti, hanno portato fuori Ottavia. Le operazioni sono state delicate e complesse e hanno richiesto tempi lunghi anche per non mettere in pericolo nessuno, né i soccorritori né l'infortunata che ha avuto sempre al suo fianco anche i sanitario e per fortuna è andato tutto bene, anche perchè nulla è stato lasciato al caso.

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