Dazi: le stime sul Made in Italy

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“Le nuove tasse sui prodotti Ue ufficializzate questo mercoledì sera avranno pesantissime ricadute negative dal punto di vista economico per le nostre imprese e per le nostre filiere”. Lo afferma l’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi intervenuto a Bruxelles, al Parlamento europeo, a margine di un intervento sul tema automotive nell’ambito del Comitato delle Regioni. La voce della Regione Lombardia si aggiunge al coro di voci preoccupate dai dazi con il resto del mondo annunciati dalla Casa Bianca dal presidente Trump. Dazi reciproci con 150 Paesi, con tariffe doganali del 20% applicate all’Ue, del 34% con la Cina, che hanno gettato nello scompiglio, ancora prima di entrare in vigore, borse e mercati. Fa appello al dialogo e alla ragione l’assessore lombardo che auspica, “prima che la bilancia commerciale venga stravolta con pesanti conseguenze geopolitiche, che i negoziati con gli Usa da parte della Commissione europea e del Governo italiano possano ripartire con maggiore concretezza, dopo un’immediata e doverosa risposta da parte europea.” Tra dazi e controdazi, insomma, l’opinione è che le guerre commerciali non convengano a nessuno e la Regione chiede quindi un patto atlantico per un mercato atlantico regolato, che possa aiutare gli interessi sia europei sia statunitensi. Anche in consiglio regionale il tema dei dazi è approdato con il partito democratio che chiede la convocazione di un consiglio straordinario nel quale il presidente di Regione Attilio Fontana e l’Assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi comunichino le misure che Regione Lombardia intende prendere per fronteggiare quello che il pd definisce “un durissimo colpo al nostro tessuto produttivo e sociale.” In queste ore si susseguono a raffica dichiarazioni di associazioni di categoria e realtà produttive che stanno facendo i conti con le conseguenze economiche che subiranno da una parte le imprese produttrici che esportano negli Stati Uniti e dall’altra parte i consumatori americani stessi. Sul tema interviene anche Coldiretti Brescia che calcola che il dazio al 20% su tutti i prodotti agroalimentari Made in Italy, costerà ai consumatori americani un rincaro di oltre 12 milioni di euro solo per cibi e bevande bresciane, che sale a 1,6  miliardi se si considera l’intero export italiano dei prodotti della tavola. Per l’agroalimentare bresciano– spiega Coldiretti Brescia su dati Istat – gli Stati Uniti rappresentano uno dei più importanti partner extra UE. Tra i prodotti più esportati ci sono le bevande, i prodotti lattiero-caseari, le carni lavorate e i prodotti a base di carne, i prodotti da forno, gli oli e i grassi vegetali e animali.  “Un calo nelle vendite – precisa Laura Facchetti presidente di Coldiretti Brescia – creerà danni alle imprese italiane, oltre ad incrementare il fenomeno dell’italian sounding. L’aumento dei prezzi degli “originali” porterebbe i consumatori americani a indirizzarsi su altri beni più a buon mercato, a partire dai cosiddetti “italian fake”.  A questo – afferma Coldiretti Brescia – va poi aggiunto il danno in termini di deprezzamento delle produzioni, da calcolare filiera per filiera, legato all’eccesso di offerta senza sbocchi in altri mercati. “Ora – conclude la presidente di Coldiretti Brescia Laura Facchetti – occorre lavorare a una soluzione diplomatica che venga portata avanti in sede europea”. 

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