L'ACQUA DEVE RESTARE PUBBLICA

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La Valle Camonica si interroga sul futuro dell'acqua. No alla privatizzazione, sì al referendum provinciale. E' questo il tema dell'assemblea pubblica in programma questo giovedì dalle 18 nella sala del BIM a Breno. E' promossa dal comitato referendario acqua pubblica Brescia che, dopo aver incassato l'ok da molto comuni, ora si appresta a chiedere alla provincia un referendum dove i bresciani possano esprimersi in merito. L'iter prevede che commissione provinciale affronti la questione e poi che se ne discuta in consiglio. Il comitato è contrario alla privatizzazione e vuole che la gestione idrica resti in campo ai comuni.Sono anni che si parla della questione. Tutto è cominciato con la legge Galli del 5 gennaio '94. E' qui che per la prima volta si parla di servizio idrico integrato. 12 anni dopo il decreto legislativo 3 aprile 2006 abroga la Galli e ridefinisce il servizio pubblico integrato come l'insieme dei servizi di captazione, distribuzione, fognatura e depurazione delle acque. Nonostante nel 2011 il 54% degli elettori abbia bocciato con un referendum la privatizzazione dell'acqua, il progetto del sistema integrato va avanti. A discutere della questione venerdì al Bim ci saranno il presidente Olivero Valzelli, Mariano Mazzacani del comitato di Brescia, Marina Simonini del comitato di Sondrio e Luigi Lucchi sindaco di Berceto, comune dell'appenino parmense che ha vinto la battaglia per gestire in proprio l'acqua grazie ad una norma del collegato ambientale del 2 febbraio 2016 che permette anche ai comuni sopra i mille abitanti con determinati requisiti di gestire l'acqua direttamente.

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