MARONI: "RESTO A DISPOSIZIONE"

Non si ricandida alla guida della Regione. Non si ritira dalla politica. Non ha pretese o richieste di altro tipo per rivestire altri ruoli. Resta insomma a disposizione, se qualcuno glielo chiederà. Roberto Maroni, il governatore lombardo uscente che per il centro destra rappresentava la vittoria in tasca alle imminenti elezioni regionali, sceglie di non ricandidarsi. E resta in disparte, in attesa di qualche richiesta più allettante a Roma. E' già stato Ministro in passato e c'è chi crede che potrebbe essere addirittura tra i papabili candidati premier. Anche se Maroni, nella conferenza stampa di questo lunedì, smentisce e ribadisce che la decisione è privata e personale e quindi va rispettata. Non ha nulla a che fare con problemi di salute o con le vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto. Ma la decisione di mollare, proprio ora che la Regione Lombardia è ad un passo da ottenere l'autonomia, appare anacronistica e le domande dei giornalisti, tornano tutte lì, sua una sua possibile uscita di scena regionale per un ingresso da protagonista, sulla scena politica nazionale qualora il centro destra vincesse le prossime elezioni poltiche. I 5 anni del suo mandato il governatore uscente intende chiuderli in bellezza, con la legge sull'autonomia approvata dal Parlamento prima della fine della legislatura. Vinta la sfida delle sfide quindi, per Roberto Maroni che ha ringraziato la sua squadra di Governo e tutti i suoi collaboratori, sarebbe il momento di lasciare continuare ad altri il lavoro iniziato. Nella conferenza stampa di questo lunedì, il presidente uscente di Regione Lombardia ha ricordato agli elettori perchè il 4 marzo, è importante votare per la continuità. La riforma sanitaria, la legge sul consumo di suolo, il 3% di pil lombardo investito in ricerca ed innovazione, la lotta alla corruzione con la costituzione di Arac, la legge contro il gioco d'azzardo patologico, l'Expo e il dopo Expo, la floating piers e il patto con il G16 di sebino per lo sviluppo dei comuni rivieraschi del lago d'Iseo, 160 nuovi treni regionali, tre autostrade, il piano regionale per gli interventi sulla qualità dell'aria, 700 mln di euro per il piano straordinario sanità, il reddito d'autonomia, il bonus famiglia, gli accordi per competitività, 120 mila giovani nuovi occupati e soprattutto, l'autonomia. Queste alcune delle riforme che avrebbero reso la Lombardia negli ultimi 5 anni, ancora più forte e competiva e che soprattutto avrebbero gettato le basi per il futuro quando la Regione con il suoi 14 miliardi di euro di residio fiscale, avrà autonomia su 23 materie. Vincere il 4 marzo – questa la speranza- la sfida delle sfide, ovvero fare restare sul territorio lombardo gran parte delle tasse che oggi vanno a Roma, per Roberto Maroni sarà il modo di concludere in bellezza il mandato, ma non quella che definisce, “la sua lunga storia d'amore con la politica”, quella continua.

Commenti

Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!

Lascia un commento

* Tutti i campi contrassegnati sono obbligatori