IL TASSARA CHIUDE PER PROTESTA
Questo venerdì 28 giugno ha segnato una originale e dura protesta da parte del rifugista del rifugio Tassara in località Bazena, posta a quota 1840 metri lungo la strada provinciale 345 del passo Crocedomini, malinconicamente chiusa dal 30 ottobre 2018 nel tratto Campolaro/Bazena quando la terribile tempesta Vaia devastò il versante a monte e a valle della strada procurando una serie importante di schianti di alberi d'alto fusto. Il danno alla strada è stato immediatamente percepibile al punto che, un a volta avute le garanzie di finanziamento, la Comunità Montana di Vallecamonica nella conferenza stampa del 29 gennaio 2019 comunicava l'inizio del lavori di taglio delle piante e rimozione del materiale legnoso a partire dai primi giorni di febbraio e fino a fine aprile. Il 2 maggio quale cantiere poteva considerarsi chiuso perché il lavoro di somma urgenza era stato fatto dai consorzi forestali Pizzo Camino e Pizzo Badile. Contestualmente era stato indicato alla provincia di Brescia, che aveva accettato il percorso, di iniziare quanto prima i lavori per la messa in sicurezza della strada. Al 2 maggio, concluso il cantiere forestale, la Provincia non aveva ancora iniziato alcun lavoro. Qualche giorno dopo l'impresa Filippi, appaltatrice della manutenzione della strada, iniziava in accordo con i tecnici del settore ad operare su un tratto di circa 2 chilometri partendo dalla sistemazione a monte e quindi a valle del tracciato, con esclusione di un tratto lineare di circa 100 metri, nella zona della cascata di Vaiuga, dove gli schianti aveva provocato anche un dissesto idrogeologico. Questa porzione di lavori è stata appaltata alla ditta RoGu Costruzioni di via Crispi 81 di Catanzaro, con un importo lavori a base d'asta di 908.939, di cui 29.097 come oneri per la sicurezza, con un importo finale netto di 628.615. I lavori, dichiarati urgenti per poter riaprire la strada del Crocedomini, non sono ancora iniziati e, forse, solo lunedì si vederà il cantiere della RoGu in Vaiuga. Intanto, il bel tempo e le condizioni climatiche ottimali, hanno richiamato come d'abitudine e da marketing che promuove il passo da almeno 30 anni, migliaia di motociclisti d'oltralpe, attirati dal lago di Garda passando dai passi alpini: ma il Crocedomini chiuso, ha dirottato molti in altre zone. Dopo reiterate richieste, abboccamenti, incontri, sopralluoghi e di nuovo sollecitazioni, nella giornata di venerdì 28 giugno il rifugista del Tassara in Bazena, la località più penalizzata in assoluto, ha deciso di chiudere per protesta per una giornata, affiggendo uno striscione che recita testualmente: “Chiuso per protesta nei confronti di una provincia che non ha mantenuto gli impegni”. Da questo sabato il rifugio ha riaperto, ma ci si arriva solo a piedi da valle, oppure in auto e in moto provenendo da Bagolino o da Collio. Ma poco dopo il Tassara la strada è sbarrata da NewJersey in cemento impedendo il transito. Anche gli alpeggiatori della zona stanno verificando un forte calo di vendite dei prodotti della malga, con enormi difficoltà a portare a valle burro e prodotti freschi da mettere nelle celle frigorifere. Qualcuno ha promesso che lunedì il cantiere della cascata Vaiuga verrà aperto: c'è da giurare che su quest'ultima promessa ci saranno tanti occhi puntati.
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