MORTI AD ALZANO, SENTITI I PARENTI
Continua in Procura a Bergamo la sfilata dei parenti di vittime o di ricoverati che hanno avuto a che fare nei tragici giorni della pandemia con il pronto soccorso o i reparti dell'Ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo. Così dopo infermieri e medici che domenica 23 febbraio, l’inizio dell’ecatombe bergamasca, in servizio al nosocomio seriano, è toccato ai parenti delle vittime, convocati come testimoni per raccontare cosa successe realmente quel giorno. Più di una decina quelli sentiti, in veste di persone informate sui fatti, dagli agenti della polizia giudiziaria su delega del procuratore facente funzioni Maria Cristina Rota e del pool di tre sostituti che si sta occupando delle due inchieste per epidemia e omicidio colposi, entrambe a carico di ignoti: quella sulle Rsa bergamasche e quella sull’ospedale di Alzano. Tra coloro che sono stati sentiti nella seconda tornata c’è Francesco Zambonelli, l’uomo di Villa di Serio che nei primi giorni di emergenza Covid ha perso padre e madre. Zambonelli ha, in sostanza, ripercorso ciò che aveva scritto in una lettera inviata ai giornali. L'uomo ha ricordato poi che la sera in cui è morta la madre le infermiere indossavano la mascherina e non di quelle chirurgiche, ma «un po’ più “belle”, di quelle che adesso si vedono tutti i giorni in tv». E si chiede perché, se la positività del primo paziente è stata accertata il 23 febbraio, già i giorni prima qualcuno tra il personale s’era munito di protezioni più serie? Sapevano già del rischio? Zambonelli dice che la cosa grave è che «nessuno di noi è stato avvisato di questo pericolo, né quando eravamo in ospedale né tanto meno una volta usciti». Intanto ad Alzano fervono i preparativi per dar vita a un comitato che rappresenti parenti delle vittime e malati. Per il momento fa riferimento alla pagina facebook «Comitato popolare verità e giustizia per le morti da Covid». Nei prossimi giorni dovrebbe partire una petizione per chiedere alla Procura di far luce su quanto è successo. Il comitato, nel caso di un processo, potrebbe avere anche un ruolo di coordinamento per l’assistenza legale di coloro intenzionati a costituirsi parte civile.
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