COVID-19, 30 MORTI SUL LAVORO A BERGAMO

L’aggiornamento Inail sulle denunce di infortunio per Covid-19, con dati che arrivano fino al 15 giugno scorso, conferma il primato della Provincia di Bergamo nella classifica delle morti bianche: sono infatti 30 le vittime orobiche che hanno contratto la malattia sul posto di lavoro (erano 25 al 31 maggio), il 12,7% del totale nazionale (236 morti). Cinque delle persone decedute erano residenti nel capoluogo. Seguono Milano, con 22 vittime, e Brescia e Cremona con 14. La Lombardia da sola arriva al 36% del dato nazionale, seguita da Piemonte (15,2%) ed Emilia Romagna (10,2%) Bergamo è invece quinta per numero di infortuni dovuti a Coronavirus (includendo quindi anche i casi risolti con la guarigione), con 895 segnalazioni su un totale di 49.021 casi, preceduta da Milano, Torino, Genova e Brescia. Gli infortuni totali (Covid e non Covid) nei primi 5 mesi del 2020 a Bergamo sono stati 5.474, contro i 6.044 del 2019, con un calo del 10,4%  dovuto al blocco delle attività per il lockdown. “Visto che molti dei nuovi focolai di contagio sembrano svilupparsi sui luoghi di lavoro – commenta Angelo Chiari, responsabile politiche salute e sicurezza CGIL Bergamo – è necessario mantenere alta l’attenzione all’interno di tutti i siti produttivi, con un confronto attivo nei comitati aziendali tra RSU, RLS, azienda e medico competente. Distanziamento sociale, sanificazione degli ambienti e DPI devono continuare ad essere utilizzati come previsto dai protocolli siglati il 5 maggio scorso a livello territoriale. Infine il sindacato sollecita ancora una volta Inail ad agire con urgenza nei confronti dei lavoratori colpiti da Covid e delle loro famiglie, perché possano avere il prima possibile ciò che gli spetta”.

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