COVID, INQUINAMENTO E MORTALITÀ
Tutti ricordiamo le immagini dall’alto che ritraevano la Lombardia durante il lockdown per la prima volta senza la nube di inquinamento che solitamente la avvolgeva. L’inquinamento, come ricordato dalla dottoressa Maria Teresa Tenconi, rimane il principale fattore di rischio ambientale e causa circa 400 mila morti all’anno in Europa. In particolare le polveri sottili, il particolato, i valori di pm 10 e pm 2.5 causano malattie respiratorie, bronchiti croniche, polmoniti, tumori al polmone. Degli studi dimostrano anche una maggiore mortalità da Coronavirus nelle aree più inquinate. Rispetto agli anni ‘90, oggi la situazione è in costante miglioramento, per via dell’uso del metano per il riscaldamento che ha abbassato l’inquinamento provocato dalla combustione della legna e la riduzione dell’uso del gasolio ma molto ancora si può fare per migliorare i dati analizzati questo sabato mattina in un convegno web organizzato dalla Comunità Montana di Valle Camonica con il Parco dell’Adamello. Come affermato da Giorgio Siliprandi dell’Arpa Lombardia, in Valle Camonica come tutte le valli chiuse ai due lati, non c’è una dispersione verticale dell’aria e nemmeno verso l’alto per via dell’assenza di venti e i dati sono paragonabili a quelli delle grandi città anche se cambiano le percentuali di inquinanti, meno silicio e alluminio per esempio ma più nitrato d’ammonio immesso in atmosfera dell’agricoltura e più bonzo(a)pirene, inquinante riconosciuto come cancerogeno, emesso per il 70% da stufe e caminetti. Gli effetti sulla salute ma anche sull’ambiente causati dall’inquinamento – si stima entro i prossimi 40 anni la metà dei 5 mila ghiacciai delle Alpi saranno completamente sciolti – possono essere mitigati dall’utilizzo di buone pratiche, come l’impiego del legno nelle costruzioni per ridurre sensibilmente le immissioni di Co2 e la sostituzione da parte dei cittadini di impianti obsoleti ed inquinanti, come ha ricordato Valter Francescato direttore tecnico di Aiel. Per combattere l’inquinamento serve un equilibro tra natura, società ed economia ed è per questo che la Comunità Montana di Valle Camonica con il Parco dell’Adamello, che ha ottenuto per il territorio camuno e sebino il riconoscimento a riserva della biosfera dell’Unesco – come hanno ricordato Anna Bonettini e l’assessore Mirco Pendoli - sta dando vita a progetti per la valorizzazione della mobilità sostenibile e dei percorsi ciclopedonali e ad una filiera dell’idrogeno per sostituire i treni e i battelli a gasolio. Ha portato la sua testimonianza anche Cristian Molinari, sindaco di Rogno, Conune nel 2019 ordinò di chiudere le finestre e non uscire e di non consumare frutta e verdura nei giorni seguenti al grosso incendio alla Valcart di Rogno e che costituì un tavolo tecnico con la ditta, l’Ats, l’Arpa, i Comuni limitrofi, Uniacque e l’ufficio d’ambito, per gestire l’emergenza che interessò per un kilometro la bassa Valle Camonica con 25 aziende agricole e allevamenti e che portò all’analisi dei frutta e verdura e alla presa di conoscenza del fatto che non esistevano dati precedenti da confrontare. Come ha sottolineato l’ingegnere ambientale Roberto Bellini, Brescia è tra le 10 città più inquinate di Europa e Bergamo la segue a poca distanza, anche per morfologia del bacino padano. Ha chiuso il convegno Valter Sterlocchi, sindaco di Buglio in Monte, Comune valtellinese che ha realizzato un impianto di teleriscaldamento per gli edifici pubblici. L’attenzione degli amministratori sul tema è alta, gli strumenti europei di aiuto oggi ci sono e l’obiettivo è raggiungere in Europa entro il 2050, la neutralità climatica, principio per cui le emissioni prodotte non superano la capacità delle emissioni di essere assorbite dal sistema Terra.
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