DUE INDAGATI PER LA 19ENNE BRUCIATA

Figurano due dipendenti dell'impresa che aveva in appalto il pronto intervento all'Ospedale Papa Giovanni XXIII° di Bergamo, nel fascicolo d'inchiesta per omicidio colposo, relativo alla morte di Elena Casetto, non ancora vent'enne, trovata carbonizzata in una stanza del reparto di psichiatria. La giovane, di origini brasiliane e residente con la madre a Osio Sotto, secondo la Procura di Bergamo, servendosi di un accendino nascosto nelle parti intime avrebbe dato fuoco al letto dov’era stata poco prima contenuta dal personale infermieristico, facendo attivare l’impianto di rilevazione fumi e l’allarme incendio. Secondo il pubblico ministero, Letizia Ruggeri si sarebbe trattato di negligenza e imperizia. Stando agli inquirenti, i due addetti della squadra antincendio, una volta ricevuto l’allarme dal Centro Gestione Emergenze, si sarebbero recati al terzo piano della torre 7 sprovvisti di ogni dispositivo di protezione individuale. Appena constatata l’entità dell’incendio, l’intera ala, 80 pazienti, era stata evacuata, non sarebbero stati in grado di farvi fronte seguendo le procedure previste dal protocollo, in questo caso il Piano di Emergenza dell’ospedale. Un intervento che la Procura definisce nel complesso “inadeguato” e che avrebbe finito col favorire il propagarsi delle fiamme, fino alla morte della giovane paziente dovuta all’inalazione di fumi, vapori bollenti e allo shock termico.

Commenti

Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!

Lascia un commento

* Tutti i campi contrassegnati sono obbligatori