STUDIO SULLE CONSEGUENZE AL COVID
1 su 2 ha ancora sintomi, come affaticamento, dispnea da sforzo e palpitazioni. Le donne in particolare lamentano stanchezza con una frequenza quasi doppia. Una minima parte è ancora incapace di svolgere le normali attività e di lavorare e ha perso l’indipendenza o addirittura, per la minima parte, non è più autosufficiente. Importanti gli esiti a livello psicologico, con il 30% ancora alle prese con aspetti traumatici correlati a COVID-19 anche se, per la stragrande maggioranza di loro, con risorse personali non sufficienti per reagire. Sono questi i principali risultati dello studio clinico dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII Bergamo, che ha ideato e gestito, tra i primi centri al mondo, un percorso di presa in carico, cura e studio dei pazienti guariti da COVID-19 e transitati dall’Ospedale di Bergamo, da quello di San Giovanni Bianco e dal Presidio Medico Avanzato alla Fiera di Bergamo. In totale sono stati valutati 1.562 pazienti che si sono ammalati tra febbraio ed agosto 2020, durante la prima ondata epidemica, che sono stati sottoposti a controllo di follow-up tra maggio e ottobre; la pubblicazione riguarda i primi 767 di questi pazienti. Di questi, 252 sono donne (32,9%) e l'età media è di 63 anni, in un range d’età che spazia da 20 a 92 anni. 668 persone sono state ricoverate e 66 di loro (8,6%) hanno anche avuto bisogno di cure ad alta intensità in Terapia intensiva. Solo 159 non hanno mai avuto bisogno di supporto di ossigeno (21%). Per tutti gli altri si è dovuto ricorrere all’ossigeno: in particolare 133 persone (17,8%) hanno avuto bisogno del casco a pressione positiva continua (i cosiddetti CPAP) e 62 (8,3%) di ventilazione meccanica (intubazione). Il ricovero è durato in media 10 giorni (ma 30 giorni è stata la durata media per coloro che sono transitati in terapia intensiva), con punte di degenza ospedaliera superiore ai 60 giorni per l’8% dei pazienti. Le principali comorbilità registrate in ingresso erano obesità , ipertensione, diabete e malattia coronarica ; Il 27,6% di loro erano fumatori precedenti (23,3%) o attuali (4,3%). 253 pazienti (32,9%) hanno avuto ulteriori complicanze correlate a SARS-CoV-2 durante la fase acuta del ricovero, di cui le più frequenti sono state di tipo psichiatrico o psicologico (8,7%), cardiaco (8,5%), polmonare (7,1%) e trombotico (6,1%).
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