SICCITÀ, MULTE A CHI SPRECA L’ACQUA

25 amministrazioni comunali bergamasche invitate a emettere ordinanze, con eventuali sanzioni per i trasgressori, che sollecitino l’invito a non sprecare acqua potabile. L’area, individuata dai tecnici di Uniacque, sulla base delle analisi delle sorgenti, è quella delle valli Imagna, San Martino, media Val Brembana e Val Serina. A soffrire sono proprio le sorgenti montane, mentre le riserve d’acqua in falda della città e della pianura starebbero meglio. A peggiorare la situazione è l’arrivo poi del caldo e, nelle valli, l’incremento dell’uso di acqua dovuto anche all’afflusso di villeggianti e turisti. I bacini di alcune piccole sorgenti sono sostenute già da ora da rifornimenti tramite autobotti. Da qui la richiesta di prestare particolari attenzioni, per evitare, nel caso in cui la siccità dovesse perdurare, provvedimenti ancora più drastici, come il razionamento. La società di gestione del sistema idrico comunica, quindi, che “finché non muteranno sostanzialmente le condizioni meteorologiche, il sistema idrico bergamasco non è oggi nelle condizioni di sostenere usi diversi da quelli alimentari e igienici. Importante quindi adottare un cambio di passo, con azioni più incisive e concrete a tutela della risorsa idrica da destinare unicamente al fabbisogno umano e non ad altri scopi”. Uniacque, presidiando i bacini e le sorgenti, fornirà costanti aggiornamenti sullo stato di fatto e su possibili ulteriori contromisure da mettere in campo; attiverà inoltre campagne di sensibilizzazione sull’importanza che tutti tutelino questa risorsa. Tra le aree più colpite la Valle Brembana, dove, un indicatore della scarsità di acqua, è rappresentato dal livello idrometrico fornito da Arpa Lombardia sul Brembo, all’altezza di Camerata Cornello. Qui il livello dell’acqua, da mesi, è ormai bassissimo, sempre intorno ai 16-17 centimetri: dall’11 dicembre 2021 è tornato sopra i 20 centimetri solo lo scorso 9 maggio. Nel maggio 2021, per avere un raffronto, il livello medio giornaliero oscillava da un minimo di 28 centimetri a un massimo di 84 centimetri. Il punto più basso lo scorso 27 marzo quando il livello medio era sceso a 14,7 centimetri. Risalendo i dati sempre di Arpa, livelli così bassi non si trovano negli archivi almeno dal 2017 in poi.

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