RIVELAZIONI CHOC SUL CASO ZILIANI

Il detenuto 50enne, in cella per reati fiscali con condanna definitiva, ha condiviso lo spazio con Mirto Milani a Canton Mombello dal 18 ottobre 2021 al 16 gennaio 2022: ha deciso di collaborare con li inquirenti che indagano sulla morte di Laura Ziliani, avvenuta tra il 7 e l'8 maggio 2021 a Temù, dopo aver ascoltato a più riprese quanto gli raccontava il 28enne, fidanzato di Silvia Zani, la figlia maggiore di Laura, accusata, con Mirto e la sorella Paola, di essere complici dell'assassinio della madre. I detenuti vogliono sempre sapere per quale motivo un compagno di cella è stato arrestato: così l'uomo ha ascoltato le confessioni di Mirto, registrate anche dalle cimici installate nella cella. Messo di fronte alle proprie responsabilità oggettive, Mirto Milani il 24 maggio scorso aveva reso piena confessione al Pm, inchiodato dalle sue stesse confidenze fatte al compagno di cella. Dopo quella di Mirto, ci sarà la confessione anche delle sorelle Silvia e Paola. Mirto Milani avrebbe cambiato più volte la versione dei fatti, dichiarandosi prima innocente, poi affermando di aver trovato Laura morta sull'uscio di casa, poi che Laura avrebbe tentato di avvelenare lui e le due figlie. E' sempre il detenuto 50enen che al Pm avrebbe dichiarato come Mirto tentava di depistare le indagini, inviando pizzini all'esterno del carcere o usando sistemi crittografici. Verso Natale, continua la deposizione del compagno di cella di Milani, il 28enne vuota il sacco, senza sapere di essere intercettato. Laura era attesa verso le 20.00, ma si sarebbe fermata da alcune amiche: il piano originario di bloccarla e soffocarla a metà scala della casa di via Ballardini, nel centro torico di Temù, deve essere rivisto. Laura arriverà alle 22.00 e a quel punto preparano dei muffin e riempiono quello destinato a Laura di benzodiazepine. Ma pare non facciano effetto: Laura va a dormire e Mirto finge di andarsene dalla casa; torna poco dopo e trova Laura che, in stato confusionale, si era alzata per bere un poco d'acqua. Silvia avrebbe atterrato la madre da dietro, Paola le sarebbe saltata addosso, quindi con l'aiuto di Mirto le mettono un sacchetto di plastica sulla testa, chiuso con una fettuccia ed un cavo elettrico. Quindi la registrazione della confessione di Mirto Milani diventa ancora più crudele: l'hanno spogliata mettendole indumenti intimi particolari per far credere che si trattasse di un incontro amoroso finito male, l'hanno truccata e messo gli orecchini, l'hanno rivestita poi come una mummia per mimetizzarla sul portapacchi dell'auto, hanno percorso una stradina secondaria per evitare le telecamere di sorveglianza: Mirto guidava l'auto a fari spenti, mentre le due sorelle procedevano a piedi facendo luce con una torcia elettrica. La prima fossa individuata accanto all'Oglio non era profonda abbastanza, quindi hanno scelto un luogo più avanti di circa 20 metri dove il corpo di Laura sarà trovato accidentalmente da un ragazzino che percorreva la ciclabile con il padre la mattina del 8 agosto, tre mesi dopo. Terminata la macabra operazione, i tre si sono liberati delle scarpe da trekking di Laura, degli occhiali e delle sue chiavi. Gli inquirenti avevano visto giusto anche in merito alle benzodiazepine: infatti Mirto ha confessato al compagno di cella che Silvia le avrebbe prese a piccole dosi, rubandole dalla farmacia interna della Rsa dove lavorava, senza dare nell'occhio: particolare, questo, che aveva subito messo i Carabinieri sulla pista giusta. Dalle intercettazioni in cella, è emerso anche che il terzetto avrebbe cercato di uccidere Laura già nel 2020 durante la Pandemia, magari durante una gita in montagna, tentando pi di stordirla con l'ormai famosa tisana che aveva messo in allarme un'amica di Laura, ma anche gli inquirenti subito dopo la sua sparizione. Tutti passaggi e dichiarazioni che dimostrerebbero la lunga premeditazione dell'omicidio. Lunedì 4 luglio il Gup si pronuncerà sul rinvio a giudizio che, a questo punto, pare non abbia altre vie di uscita.

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