UN ANNO FA IL RITROVAMENTO DI LAURA ZILIANI

Era l’8 agosto 2021 quando a Temù, nei pressi dell’alveo dell’Oglio, veniva scoperto il corpo di Laura Ziliani, l'ex vigilessa del paese, scomparsa esattamente tre mesi prima: l'8 maggio. Ad un anno di distanza dal tragico epilogo della vicenda, ora ci si trova di fronte ad un vero e proprio caso giudiziario ormai chiuso: gli assassini di Laura Ziliani hanno un nome e sono pronti per iniziare il processo che prenderà il via in autunno dal quale emergerà l’intero impianto accusatorio nei confronti del “trio criminale”, così definito dagli inquirenti, costituito da Mirto Milani e delle due sorelle Paola e Silvia Zani, figlie di Laura. Un caso che con il passare del tempo è stato oggetto di vari depistaggi da parte dei tre, come la ricetta per un ansiolitico chiesta e ottenuta a nome di Mirto Milani in piene indagini, il pestaggio che il ragazzo denuncia ai carabinieri di aver subito a settembre, poco prima di essere arrestato. Oltre all’ormai noto tentativo di avvelenamento di metà aprile, quando la vittima rimase stordita per tre giorni dopo aver bevuto una tisana piena di sonnifero, e la ricerca di un composto a base di ricina da somministrarle durante la prima ondata di Covid, ci sono le ricerche fatte da Mirto Milani in rete e ancora, il percorso studiato con parsimonia per occultare il cadavere di Laura Ziliani senza essere ripresi dalle telecamere. Da quanto ricostruito in un anno di indagine, l’omicidio dell’ex vigilessa era stato ampiamente premeditato dalle due figlie Paola e Silvia e da Mirto Milani. Un caso risolto poi con il loro arresto, ma solo il mese scorso la confessione in carcere. Il "trio criminale" tornerà in aula al Tribunale di Brescia il prossimo 27 ottobre per la prima udienza della fase dibattimentale. Davanti al giudice per tutto il processo dovranno rispondere di omicidio volontario aggravato e soppressione di cadavere.

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