OMICIDIO COLLEONI, 21 ANNI A FRANCESCO
La Corte d’Appello di Brescia ha accolto in toto la richiesta del sostituto procuratore generale Giulia Labia di confermare la condanna comminata a dicembre dalla Corte d’Assise di Bergamo, respingendo quindi la richiesta di assoluzione formulata dagli avvocati difensori Enrico Cortesi e Andrea Filipponi, che hanno anche chiesto nuovamente una perizia psichiatrica (negata a Bergamo) sul proprio assistito. Confermata quindi, dopo quasi cinque ore di camera di consiglio, la condanna di primo grado a 21 anni di carcere, nei confronti di Francesco Colleoni per l’omicidio del padre Franco. I fatti risalgono al 2 gennaio 2021 quando Franco, 68 anni, ristoratore ed ex segretario provinciale della Lega, era stato trovato nel cortile del suo ristorante “Il Carroccio” di Dalmine. Stando alla ricostruzione fatta dagli inquirenti, il suo assassino gli avrebbe sbattuto ripetutamente il capo sul cordolo del vialetto di ingresso. “Uno scatto d’ira in seguito a una discussione scoppiata per futili motivi, e cioè due paletti dell’illuminazione trovati divelti”. Il figlio Francesco, cuoco di 36 anni, spesso in contrasto con il padre, da subito aveva ammesso di aver litigato col il genitore e di averlo spinto, dicendo poi di non ricordare più nulla di quanto accaduto. Il procuratore generale ha ribadito la propria certezza sul fatto che a commettere l’omicidio sia stato Francesco Colleoni, tra le 11 e le 11.30 di quella mattina, quando alcuni passanti udirono una richiesta d’aiuto provenire dal cortile del ristorante. Esclusa l’ipotesi di una rapina finita male, considerata l’eccessiva brutalità dell’aggressore. La difesa ha invece obiettato, ricordando come le indagini siano state subito condotte a senso unico contro il figlio. Francesco Colleoni, che dall’8 aprile si trova ai domiciliari in provincia di Brescia. All’udienza di venerdì è arrivato senza scorta, mentre in fondo all’aula ha assistito la mamma Tiziana Ferrari.
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