DEDICATA A FILIPPO SALVI LA CATTURA DI MESSINA DENARO

C’è un carabiniere che ieri non ha potuto festeggiare l’arresto del boss Matteo Messina Denaro, in manette dopo 30 anni di latitanza. Stiamo parlando di Filippo Salvi, 36enne maresciallo originario di Botta di Sedrina, morto 16 anni fa mentre cercava di piazzare una telecamera durante l’indagine dedicata alla cattura del boss. Salvi è stato ricordato dal comandante palermitano del Raggruppamento Speciale Lucio Arcidiacono durante la conferenza stampa seguita all’arresto di Messina Denaro: “Dedico questo successo al nostro maresciallo”, ha sottolineato Arcidiacono. Filippo cadde in un burrone a Monte Catalfano, tra Aspra e Mongerbino a Palermo, mentre era alla ricerca, come tanti militari del Ros, della primula rossa di Castelvetrano. La tragedia si consumò nella notte del 3 luglio del 2007. Fu probabilmente il buio a non permettere di vedere che il terreno sotto di lui stava cedendo mentre stava installando una telecamera in un’operazione mirata alla cattura del boss. Una morte che fa ancora male in un giorno di gioia per aver visto finalmente ripagati anni di sacrifici, feste saltate e orari impossibili. Salvi si era arruolato proprio per quello: perché deciso a dare un contributo alla lotta contro la mafia. Una scelta di vita dettata dalla passione civile e dall’amore per la Sicilia. Era chiamato Ram perché considerato uno specialista dell’informatica. A lui i compagni hanno dedicato una lettera qualche anno fa che racconta tanto di questo giovane uomo del Nord che si sentiva a casa in Sicilia considerata una persona infaticabile. A Ram l’estate scorsa è stata dedicata una piazza a Sedrina per ricordare il suo sacrificio e per lui è stata scritta anche una canzone in siciliano, perché considerato una delle tantissime vittime di mafia.

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