ERGASTOLO PER L'OMICIDIO DI ELENA CASANOVA

E’ stato condannato all’ergastolo Ezio Galesi, l’uomo che nell’ottobre del 2021 ha ucciso a Castegnato fuori casa, con almeno 16 martellate, la ex compagna 49enne Elena Casanova. Come chiesto dal pubblico ministero nella mattinata di questo martedì 17 gennaio, la Corte d’Assise di Brescia al termine del processo di primo grado ha condannato l’uomo che nel corso del processo avrebbe ammesso di aver preso la decisione di ucciderla quella sera, dopo averla vista ridere. Quella notte in cui si era consumata la tragedia, era stato lo stesso Galesi a chiedere di chiamare i Carabinieri perché aveva ucciso a martellate la 49enne fuori dalla sua abitazione. I due avevano avuto una relazione, che al momento del femminicidio era finita. Quel giorno Galesi l’aveva seguita fino a casa e dopo che lei aveva parcheggiato l’auto aveva dapprima infranto con un martello il finestrino della sua vettura per poi colpirla con almeno 16 martellate, come ha accertato l’autopsia. Ad allertare le forze dell’ordine erano stati i vicini, tra i primi a vedere il corpo esanime di Elena insieme all’ex marito che passava in quella zona insieme alla loro figlia. Durante il primo interrogatorio che ha dato inizio al procedimento per omicidio volontario, Galesi aveva detto al pubblico ministero, prima di averla voluta uccidere, poi di essere stato colpito da un raptus. La prima udienza del processo si è tenuta quasi un anno dopo, il 18 ottobre 2022. In quell’occasione è stata disposta la perizia psichiatrica per Galesi, che si trova in carcere dal momento dell’omicidio. Nella successiva udienza del 29 novembre è stata ricostruita la paura della 49enne per la propria incolumità già 6 mesi prima di essere uccisa. In aula davanti alla Corte d’Assise Galesi ha cercato di giustificare il femminicidio con l’ansia che gli avrebbe provocato l’ex compagna facendolo pedinare, fatto non dimostrato. Nella giornata di questo martedì 17 gennaio 2023, Galesi non era in aula alla lettura della sentenza. Presenti invece la figlia e l’anziana madre della vittima, per le quali la parte civile ha chiesto un risarcimento di 200mila euro a testa.

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