TRAFFICAVANO BATTERIE AL PIOMBO USATE

Un traffico illecito di batterie al piombo usate, che coinvolge 6 nomadi residenti in provincia di Pavia che raccoglievano le batterie e le stoccavano in vari campi nomadi del nord Italia, per poi rivenderle guadagnando, dal 2017 ad oggi, 5 mln di euro; che coinvolge un imprenditore di Gussago che recuperava a sua volta, senza autorizzazioni, le batterie da veicoli fuori uso e le stoccava in un piazzale in attesa di rivenderle; che coinvolge il titolare di una società di Collebeato che era colui che comprava tali batterie sia dai nomadi sia dall’imprenditore di Gussago e anche un dipendente di tale società che era colui che si sarebbe occupato di recuperare le batterie dai campi nomadi. Sono quindi 9 in tutti le persone denunciate dai carabinieri forestali di Vobarno e di Marcheno al termini delle indagini preliminari disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia e coordinate dal sostituto procuratore Roberta Panico. A collaborare con i carabinieri forestali bresciani, anche i carabinieri forestali di Piacenza, del Nucleo Polizia Ambientale. E’ infatti in provincia di Piacenza che risiedono i sei nomadi che secondo le accuse formulate durante le indagini, raccoglievano e  trasportavano, senza autorizzazione, oltre 5 mila tonnellate di batterie al piombo esauste e le stoccavano nei campi nomadi delle province di Piacenza, Parma, Brescia, Bergamo, Milano, Como, Monza, Brianza, Cremona, Varese, Pavia, La Speiza, Massa Carrara, Lucca e Pisa. Tali batterie sarebbero state vendute, con un guadagno di circa 5 mln di euro, principalmente ad una società di Collebeato il cui titolare quindi risulta indagato per ricettazione insieme ad un dipendente che si sarebbe occupato del recupero delle batterie presso i campi nomadi compilando formulari di trasporto falsi. A recuperare da veicoli fuori uso le batterie, sarebbe stato anche il titolare di due ditte di Gussago che avrebbe stoccato le batterie in un piazzale di 1500 mq per poi rivenderle a sua volta alla società di Collebeato. Le nove persone informate della notifica della chiusura delle indagini preliminari sono accusate a vario titolo di ricettazione e traffico illecito di rifiuti tossici e nocivi.

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