INIZIATO IL PROCESSO PER IL DELITTO CAMPA

Futili e abietti motivi, è questa l’aggravante contestata a Hamadi El Makkaoui, 24 anni, operaio di origini marocchine, durante il processo che ha preso il via ieri davanti alla Corte d’assise di Bergamo, presieduta da Giovanni Petillo, a latere Laura Garufi. In teoria questo potrebbe costarle l’ergastolo, ma in pratica gli ha finora impedito di accedere ai riti alternativi con annessa riduzione della pena. Il giovane ha ammesso di essere stato lui, il 19 aprile del 2022, a uccidere Anselmo Campa, papà della sua ex, all’interno dell’abitazione dell’imprenditore a Grumello del Monte. All’origine del delitto, come ricostruito durante l’indagine dei carabinieri, ci sarebbe la richiesta di ottenere immediatamente 500 dei circa 7.000 euro che El Makkaoui aveva versato per una Renault Clio, utilitaria che Campa gli aveva dato in uso e della quale aveva poi preteso la restituzione. Alla richiesta del giovane, il 56enne avrebbe risposto negativamente, in maniera anche sgarbata e con degli insulti: questo suo comportamento avrebbe di conseguenza scatenato la furia omicida. L’operaio lo aveva quindi colpito ripetutamente con più di venti martellate alla testa. Essendo El Makkaoui obnubilato dal gioco e dalla droga, la pretesa delle somme non avrebbe per lui costituito un futile né un abietto motivo, ma un modo per soddisfare le proprie esigenze patologiche, su questo punta la difesa per evitare l’ergastolo. Verrà sentita anche Federica Campa, figlia della vittima ed ex fidanzata dell’imputato. La ventiduenne, una delle quattro parti civili, sarà chiamata a raccontare i traumi psicologici causati dal delitto del padre. In totale sono quattro i testimoni che verranno ascoltati in aula: nel giro di un altro paio di udienze il dibattimento potrebbe arrivare a sentenza.

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