22 ANNI PER AVER ANNEGATO LA COMPAGNA

Il 19 aprile 2022 uccise la compagna Romina Vento affogandola nell’Adda: ieri Carlo Fumagalli è stato condannato a 22 anni di carcere dalla Corte d’assise di Bergamo. Presenti in aula la mamma e il fratello di Romina, il primogenito nato da una precedente relazione, mentre con Romina aveva avuto altri due figli, tutt’ora minori. A Fumagalli sono state riconosciute le attenuanti generiche - ha collaborato e mostrato pentimento - equivalenti all’aggravante del rapporto di convivenza. Fumagalli, interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, è stato inoltre condannato al pagamento di una provvisionale di 250mila euro per ciascuno dei figli avuti con la vittima, 100mila a favore della madre e 90mila al fratello Luca. Anche la mamma e il fratello si erano costituiti parti civili. La relazione tra Romina e Carlo era giunta al capolinea, la vittima infatti era intenzionata a lasciarlo. Fu un “omicidio d’impeto”, aveva ribadito la difesa. Fumagalli era andato a prendere la compagna al lavoro. Si fermarono a parlare, lei voleva lasciarlo. Lui ingranò la prima e lanciò l’auto nel fiume, per poi annegarla tenendola con la testa sott’acqua. All’uomo veniva riconosciuto di aver collaborato, confessando sin da subito quanto commesso, nonostante potesse avvalersi della facoltà di non rispondere. Parlò davanti al pm e al giudice per le indagini preliminari. E disse anche quale fu il movente: “non accettava la fine della loro relazione”. Il fratello di Romina, Luca ha commentato come la sofferenza della scomparsa sia accresciuta dalla consapevolezza che la sorella “ha visto la morte in faccia, si è resa conto che il compagno ha preso una strada diversa per tornare a casa, ha visto l’auto lanciarsi nel fiume. E ha tentato disperatamente di salvarsi, e nonostante questo lui l’ha raggiunta e tenuta sott’acqua”. Un dolore che non si affievolisce con la condanna del responsabile, ma “quel poco di giustizia che c’era da fare è stata fatta”.

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