ERGASTOLO PER PAOLA, SILVIA E MIRTO
Laura Ziliani fu assassinata a Temù l’8 maggio 2021 e ritrovata vicino al fiume Oglio dopo tre mesi di ricerche e appelli da parte delle figlie inconsolabili, le stesse che questo giovedì 7 dicembre sono state condannate all’ergastolo per l’omicidio della madre. Paola e Silvia Zani, 21 e 27 anni, e l’ex fidanzato della maggiore Mirto Milani di 27 anni, tutti e tre reoconfessi dopo essere stati messi davanti alle loro responsabilità delle prove e dalle indagini, nel processo di primo grado sono stati condannati al massimo della pena. Nessuno sconto quindi per aver prima stordito, secondo la ricostruzione dei fatti con le benzodiazepine con cui avevano farcito una torta e poi soffocato a mani nude sul letto matrimonio della casa di via Ballarini a Temù, la loro madre aiutate da Mirto Milani, il ragazzo che aveva una relazione con entrambe le sorelle; per averne occultato, sotto terra, in una buca scavata giorni prima vicino al fiume Oglio, il suo corpo riportato alla luce da una piena del corso d’acqua. La scomparsa della donna era stata denunciata proprio dalla figlia Silvia che l’8 maggio del 2021 aveva chiamato il 112 dichiarando che la madre era uscita per una passeggiata in montagna ma non era rientrata. Le incongruenze le hanno messe in risalto fin da subito le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Breno: l’auto della donna giunta a Temù da Brescia il giorno prima, proprio per trascorrere con le figlie la festa della mamma, regolarmente parcheggiata, il telefono localizzato nella casa, trovato dietro una scarpiera, le telecamere della zona che non riprendo il passaggio della donna fuori dalla casa quel sabato mattina, il ritrovamento di una scarpa della vittima il 23 maggio nei pressi di un torrente, da parte di un testimone che ha riferito di aver visto due persone addentrarsi nel bosco poco prima, le intercettazioni telefoniche dalle quali emerge la preoccupazione, da parte del trio criminale, più per il patrimonio che per la sorte della donna. Tutto questo unito alle tracce di benzodiazepine trovate nel corpo della vittima, ha chiuso il quadro criminale. A testa bassa durante la lettura della sentenza, i tre sono rimasti in silenzio, quel silenzio che avevano l’intenzione di mantenere dopo il delitto ma che è stato rotto da Milani che, già in carcere, ha raccontato al compagno di cella l’omicidio. Un delitto premeditato, per il quale i giudici non hanno riconosciuto attenuanti, tra cui la giovane età, anzi, solo aggravanti per via del legame di parentela che univa la vittima ai suoi aguzzini che puntavano al suo patrimonio. E invece, Paola e Silvia Zani sono state dichiarate anche indegne a succedere alla madre e di ereditare il patrimonio immobiliare che ha rappresentato il probabile movente dell’omicidio. Alla condanna all’ergastolo, letta dal presidente della Corte d’Assise Roberto Spanò nel pomeriggio di questo giovedì, si aggiungono sei mesi di isolamento diurno per tutti e tre gli imputati e il risarcimento del danno cagionato alle parti civili che si sono costituite nel processo, a partire dalla figlia mezzana di Laura Ziliani, affetta da disabilità, sorella delle imputate, rimasta senza famiglia visto che il padre delle ragazze era rimasto vittima di un incidente in montagna nel 2012.
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