MORTI A PIARIO, CHIESTA L’ARCHIVIAZIONE DELL’INFERMIERA

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Costretta a cambiare lavoro da infermiera a impiegata, dopo essere stata al centro delle indagini per le morti sospette all’ospedale di Piario. Era fine anno 2015 inizio 2016 quando avveniva il decesso di alcuni pazienti, principalmente anziani, morti a seguito della somministrazione di Valium, quando l’infermiera si trovava in corsia. L’ipotesi di omicidio preterintenzionale mutò in maltrattamenti, per le sedazioni, con la chiusura delle indagini sei anni dopo. Ora il pm chiede l’archiviazione, anche per l’ex caposala. Recentemente è stata inviata la notifica con la richiesta ai parenti di 13 pazienti, cinque dei quali vissero il dolore della riesumazione della salama. Questi potrebbero opporsi, anche se al momento non risulterebbero essersi rivolti ad avvocati. Nell’imputazione, i maltrattamenti consistono nella somministrazione del farmaco, extra prescrizione medica, mentre per due pazienti, nel contenimento con fasce addominali e polsiere. Per configurare i maltrattamenti è necessario che più condotte vengano ripetute su una stessa persona, non che siano distribuite su più soggetti, una o poche volte ciascuno. Eventualmente si sarebbe potuto configurare il reato di violenza privata, ma sarebbe comunque prescritto. Quale sia la conclusione del procedimento non è dato sapere, certo è che l’ex infermiera non tornerà più a lavorare a Piario, così come in nessun altro ospedale. Visto il clima pesante che si era creato nei suoi confronti, la donna ha deciso di appendere definitivamente il camice al chiodo e di dire addio a quel lavoro che amava tanto. Alla soglia dei cinquant’anni ha ricominciato a studiare, ha ottenuto la sua seconda laurea, in Economia, ed è diventata manager di un’importante azienda della sua zona.

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