Un alpinista esperto tradito dal ghiaccio
Increduli gli amici, i due compagni di cordata, per quanto avvenuto sotto i loro occhi. Altrettanto sgomenta la comunità di Gussago, dove Francesco Prati – originario di Cellatica – risiedeva da oltre 30 anni. Sembrerebbe a tutti gli effetti una tragica fatalità quanto avvenuto questo venerdì 3 gennaio alle cascate di Valbione, nel comune di Ponte di Legno, a circa duemila metri di quota, dove poco prima di mezzogiorno il 70enne franciacortino, peraltro esperto alpinista, conosciuto in tutta la provincia per le imprese compiute nel corso degli anni (dalle pareti nord delle Alpi, alle numerose vie aperte nel gruppo del Brenta), ha perso la vita dopo essere scivolato per una trentina di metri. L’incidente è accaduto quando i tre si trovavano a metà percorso: la corda che si tira, la piccozza incastonata nel ghiaccio e poi l’impatto, fatale, che non gli ha lasciato scampo. L’allarme giunto al 112 ha portato sul posto il personale della V Delegazione bresciana del Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico di Ponte di Legno insieme all’elisoccorso decollato da Sondrio. Sono stati loro a recuperare il corpo della vittima, che per l’identificazione è stato portato alla caserma Tonolini al Passo del Tonale. Insieme ai militari del Soccorso alpino della Guardia di finanza – al lavoro anche per ricostruire quanto accaduto – sono intervenuti anche i Carabinieri della Compagnia di Breno. Francesco Prati, nato a Cellatica il 1° giugno 1954, come detto viveva da oltre trent’anni a Gussago. Pensionato, aveva lavorato per anni all’Atb Acciaieria e Tubificio di Brescia. Lascia la moglie Giuliana e i figli Alessandro e Michela
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