Cinque mila aggressioni in un anno
+25% dei casi: 4 mila 436 episodi nel corso del 2024. Lo scorso anno la Lombardia è stata la regione italiana che ha segnato l’incremento maggiore di violenze e aggressioni contro personale sanitario. Le vittime delle aggressioni sono principalmente le donne (73%), con infermieri e fisioterapisti tra le categorie più colpite. Gli episodi non riguardano solo le grandi città, ma anche le aree periferiche. Gli aggressori, sono per lo più pazienti o familiari esasperati dalla lentezza o dalla mancanza di risposte adeguate da parte del sistema sanitario. Il 30,9% dei casi si sono verificati in Pronto Soccorso. Un’emergenza che è stata al centro del convegno “Violenza sugli operatori sanitari. Un bollettino di guerra”, promosso da ONSIP (Organismo Nazionale Professionisti Sicurezza & privacy) e UGL Salute in collaborazione con il Consiglio regionale della Lombardia. Durante i lavori sono stati presentati i dati e le iniziative messe in campo in Lombardia per ridurre il fenomeno: dalla presenza delle forze dell'ordine nei presidi ospedalieri, agli smartwatch anti aggressione, al potenziamento dei servizi di videosorveglianza. E' un fenomeno che al Pirellone stanno attentamente seguendo sia sotto il profilo della prevenzione per ridurre le cause delle aggressioni riducendo i tempi di attesa e garantendo la tempestività negli interventi degli operatori, sia sotto il profilo della sicurezza degli operatori. Per questo Regione Lombardia ha attivato e sta attivando una serie di misure come la presenza delle forze dell'ordine e la dotazione di nuovi strumenti. Dal 2 gennaio, l'ASST di Pavia è la prima in Lombardia a utilizzare smartwatch antiaggressione nell’Ospedale di Vigevano. In caso di emergenza, un pulsante SOS consente il contatto diretto con la centrale operativa e, se necessario, l’intervento immediato delle Forze dell’ordine.
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