Uccise il padre, assolto
Matteo Lombardini, il 36enne di Nembro, a processo per l’omicidio del padre e il tentato omicidio della madre, è stato assolto dalla Corte d’assise che lo ha ritenuto incapace di intendere e volere, disponendo l’affido per almeno 10 anni alla Rems di Castiglione delle Stiviere dove si trova attualmente. Era il 28 ottobre 2023 quando il giovane, in cura da una psichiatra, preso un coltello da cucina aveva sferrato almeno 5 fendenti al padre Giuseppe, 72 anni. La madre giunta in aiuto veniva colpita con la stessa arma in più parti del corpo, per poi attendere i soccorritori spiegando loro di aver sentito delle voci che lo incitavano a uccidere il papà, che con lo zio avrebbe complottato contro di lui. Il Pm ha chiesto l’assoluzione per l’incapacità di intendere e volere. Il giovane già nel 2009 aveva aggredito il genitore e s’era poi sottoposto a un percorso di riabilitazione psichiatrica al Cps. Poi interrotto per passare a una psichiatra privata, non in grado, come sottolineato dal perito Massimo Biza, di affrontare la problematica. L’imputato è accusato di aver interrotto il trattamento. Quattro giorni prima dell’omicidio Lombardini si era rivolto al pronto soccorso dell’ospedale di Alzano in preda a uno stato di tensione emotiva intensa. Dimesso dopo che il medico lo aveva visitato. “Se i sanitari avessero fatto quello che lui chiedeva, ha affermato la difesa, noi oggi non saremmo in quest’aula. Infatti, quando è stato curato non è successo più nulla”. La Corte d’assise ha scelto di non trasmettere gli atti al pm per accertamenti sulle condotte di tutti i medici specialisti che hanno avuto in carico l’imputato anche solo per poche ore.
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