Il cibo che vogliamo

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Il consumo di cibi ultraprocessati e ultratrasformati porterà tra 15 anni ad un’andata pandemica di malattie metaboliche. L’allarme lo lanciano nutrizionisti ed esperti dal palco del convegno dal titolo “Il cibo che vogliamo”, organizzato da Coldiretti Brescia a Rovato. Il cibo che Coldiretti vuole è quello genuino, con pochi ingredienti, con poche trasformazioni, non prodotto in laboratorio, ma frutto dell’onesto lavoro degli agricoltori, allevatori, pescatori: un cibo sicuro dove la tutela della salute dei consumatori prevale sugli interessi economici mondiali. Oltre a quello di vigilare sulla sicurezza alimentare, Coldiretti ha anche il compito di promuovere l’educazione e la consapevolezza alimentare e di rafforzare il patto tra chi produce il cibo e chi lo consuma. Per questo erano presenti nella Sala Civica del Foro di Rovato, accanto a numerosi imprenditori agricoli, anche oltre cento studenti dell’istituto agrario Einaudi di Chiari e dell’istituto agrario Vincenzo Dandolo di Bargnano di Corzano. La prevenzione quindi, per non incorrere in diabete ed obesità causate da un’alimentazione troppo ricca di cibi ultraprocessati, deve riguardare da subito nei bambini la cui alimentazione si base troppo su merendine, snack e prodotti ricchi di coloranti, emulsionanti, additivi calorici e non utili, anzi dannosi per l’organismo. A questi bisogna contrapporre i prodotti del territorio. Sull’alimentazione c’è troppa confusione: la carne rossa è stata demonizzata, il latte anche, le uova. Invece si tratta di fonti importanti di proteine, di vitamine che possono aiutare a stare bene, così come l’olio buono e i miele, che possono aiutarci a difenderci da malattie infettive e dai batteri. Per tutte queste ragioni per cui Coldiretti si batte da anni, Regione Lombardia sta lavorando per introdurre questi valori nelle mense scolastiche.

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