ANTITERRORISMO IN VALLE SERIANA
Gli agenti della Digos che gli hanno suonato al campanello, all’alba, nel paese della bassa Valle Seriana dove vive e lavora, hanno assicurato che lui non è indagato, anche se il blitz della polizia ha squadernato la mansarda che I. M. B., 30 anni, mediatore culturale, condivide con la moglie albanese e il loro bambino. Telefoni, pc, documenti sono finiti sotto gli occhi e poi nelle mani degli investigatori che hanno sequestrato i dispositivi restituendo in serata il materiale cartaceo. Il blitz bergamasco fa parte di un’ampia operazione coordinata dalla procura di Torino e condotta dalla Digos e dall’Ucigos, una raffica di altre 12 perquisizioni tra Milano, Modena, Reggio Emilia e Napoli a seguito e a corollario dell’arresto a Torino di Halili El Mahdi, 23 anni, italiano d’origine marocchina residente a Lanzo, nella cintura torinese. Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Torino El Mahdi è accusato di essere parte dell’associazione terroristica dell’Isis, dopo che nel 2015 era finito nell’inchiesta «Balkan Connection» della procura di Brescia sulla rete di fiancheggiatori e reclutatori sul web di possibili foreign fighters europei dello Stato Islamico .«Un ragazzo tranquillissimo, gentile, sorridente, lo vediamo spesso con la moglie e il bimbo nel passeggino», raccontano i vicini di casa. Nessuno, ieri mattina, ha sentito nulla dell’attività della Digos nella mansarda in legno costruita dal bisnonno. Una villetta a due piani, in zona tranquilla, un campanello piccolo, con i nomi di lui e lei. «Lui è sempre gentile, riservato, educato e così la moglie – racconta una coppia di vicini –. Mai una discussione con lui sulla religione, mai neanche una battuta». Anzi, dicono, «domenica scorsa, la domenica delle Palme, lo abbiamo visto arrivare con un ramoscello d’ulivo, sorridendo». Un bravo ragazzo. «Ho perso una giornata di lavoro, è stata una lunga e difficile giornata», si lascia scappare e altro non vorrebbe dire. Poi ci ripensa e spiega. «Sì, la polizia ha perquisito la mia casa e ha sequestrato alcune cose che mi appartengono. Qual è la mia posizione? Un musulmano cerca di trovare la serenità, con se stesso e gli altri, e chi mi conosce sa che io mi sono impegnato molto negli anni a favore della convivenza. Ho tenuto incontri, ho parlato in pubblico, ho partecipato spesso agli eventi di “Molte fedi sotto lo stesso cielo” (ciclo d’incontri promosso dalle Acli). Sempre in cerca della pace, mai del conflitto.
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