DEPURAZIONE: TRISTE PRIMATO BRESCIANO

Nel 2018 ci sono ancora interi comuni bresciani privi di infrastrutture fognarie che quindi scaricano le fogne direttamente nei corsi d'acqua. Delle 37 procedure di infrazione avviate in Lombardia dall'Unione Europea contro comuni non in regola con depurazione e collettamento, ben 33 sono in provincia di Brescia. La denuncia è di Legambiente Lombardia che analizza le carenza nel bresciano: dal collettamento e depurazione di gran parte della Val Trompia alla completa costruzione della rete fognaria del comune di Calvisano in fase di progettazione. Gli interventi per la depurazione dovranno essere messi in campo in provincia di Brescia dalla società Acque Bresciane che rappresenta il Gestore Unico che ha riunito le società pubbliche che si occupano della gestione del ciclo idrico sul territorio bresciano. Manca all'appello A2A che in quanto parte privata dovrà aderire come socio di minoranza, ad Acque Bresciane attraverso una gara. Particolare che ha portato il Comitato Acque Pubbliche e diversi comuni bresciani ad attivarsi per indire il referendum sull'acqua pubblica che si terrà ad ottobre, contro l'ingresso di privati nella gestione delle acque. Il tema al centro di tutto è sempre lo stesso: gli investimenti che anche la provincia necessita in tema di depurazione. Per quanto riguarda la Lombardia, l’insieme del costo degli interventi per uscire definitivamente dalla procedura d'infrazione di tutti gli agglomerati non conformi, così come programmati ad oggi, supera i 330 mln euro, ma una parte degli interventi – denuncia Legambiente -non ha ancora una progettazione operativa. La Valle Camonica non è esclusa dalle infrazioni ed è per questo che alcuni comuni dell'alta Valle Camonica hanno aderito al gestore unico. Ma sono una voce fuori dal coro. “Speriamo che i comuni della provincia di Brescia abbiano abbandonato le logiche di campanile” - afferma Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia ricordando che la procedura d’infrazione europea si trova ancora nella fase preliminare rispetto al ricorso alla Corte di Giustizia europea: ad oggi le pesanti sanzioni, di centinaia di migliaia di euro per ogni giorno di mancata depurazione, ancora non sono state messe in campo ma potrebbero rivelarsi molto salate, se non si rispetteranno i tempi ipotizzati.  

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