PRIMI ACCERTAMENTI SUL CORPO DEL LAGO
Il corpo in avanzato stato di decomposizione non aiuta a svelare i misteri del giallo di Tavernola. Ecco perché i tempi saranno più lunghi rispetto a quelli di routine. Sono comunque cominciati questo lunedì – al lavoro l'anatomopatologa Cristina Cattaneo, la stessa del caso di Yara Gambirasio ed altri casi celebri – gli accertamenti autoptici sul corpo recuperato, insieme alla Ford Fiesta del 59enne Rosario Tilotta scomparso nel luglio 2014, dalle acque del Sebino a Tavernola Bergamasca lo scorso 5 settembre. Pare al momento che ciò che il corpo rivela – in attesa che gli esami del DNA stabiliscano con certezza che è quello del Tilotta – non sia di grande aiuto per risolvere il mistero della morte dell'uomo cui appartiene. Da un primo esame, infatti, non parrebbero esserci segni che facciano pensare ad una morte violenta ma, come detto appunto, il corpo è rimasto per 15 anni a 80 metri di profondità nelle acque antistanti il cementificio di Tavernola e quindi, anche se è in buono stato di conservazione, richiede più tempo del solito fare gli approfondimenti del caso. Per ora gli inquirenti lasciano aperte tutte le possibilità: incidente, gesto estremo, morte violenta. In attesa anche di sapere se il corpo è effettivamente del 59enne scomparso nel nulla nel luglio 2004. Se, infatti, il DNA dovesse rivelare che quell'uomo non è Tilotta, il caso di complicherebbe davvero. Il lavoro prosegue. I patologi faranno tutti gli accertamenti possibili e necessari per far luce sulle cause della morte dell'uomo il cui cadavere giaceva in fondo al lago probabilmente da 15 anni e che è stato rcuperato alla Marina Militare, con operazioni complesse che hanno richiesto un'intera giornata con l'uso di strumentazioni sofisticate, il 5 settembre. A notare l'auto con il cadavere a bordo due sub durante un'immersione, una delle tante, il 25 agosto scorso. La loro segnalazione aveva fatto scattare le indagini e le ricerche che hanno portato ad individuare con precisione l'auto, con l'aiuto anche del gruppo soccorso sebino, e poi ad effettuare tutte le operazioni di recupero seguite e coordinate dal colonnello Paolo Storoni del comando provinciale dei carabinieri di Bergamo – cui il pm Giancarlo Mancusi – ha affidato le indagini. Che saranno ancora lunghe. Al lavoro ci sono anche i RIS. Intanto la moglie di Rosario Tilotta, una giovane albanese che aveva denunciato qualche mese dopo la scomparsa del marito, si è fatta viva dal Montenegro dopo aver appreso la notizia, ha nominato un perito per assistere all'autopsia, in quanto atto irripetibile, e si è detta pronta a fornire agli inquirenti tutte le informazioni sugli ultimi giorni di vita, ma non solo del marito. Attende intanto di sapere se effettivamente il corpo ritrovato nell'auto di Rosario Tilotta sia quello del marito.
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