LA CAMPANA TORNA A CASA

La campana del Garibaldi è tornata a suonare. Appena in tempo, prima dell'arrivo della prima neve alcuni soci del Museo della Guerra bianca in Adamello di Temù - ad un anno esatto dal 29 ottobre 2018 quando la tempesta Vaia l'aveva buttata a terra - hanno riposizionato la campana che affianca la chiesetta poco a più a valle del rifugio Garibaldi che svetta sulla Nord dell'Adamello. Al lavoro i soci, nipoti dell'indimenticabile Sperandio Zani - adamellino ed ideatore del pellegrinaggio in Adamello - Domenico, Andrea ed Enrico Zani e il presidente del Museo Walter Belotti. La chiesetta della Madonna dell'Adamello e l'unico manufatto in conca Venerocolo, totalmente integro. Fu realizzata dai soldati nel 1917 su idea del capitano medico Giuseppe Carcano. La campana venne posizionta molto più tardi, nel 1948. Era una zona strategica questa nel periodo della Guerra bianca. Ecco perché attorno a quello che oggi è ancora il rifugio Garibaldi (costruito nel 1893) e trasformato in comando durante la guerra sorsero molte costruzioni in muratura: una struttura che fungeva da ospedale con 150 posti, alloggiamenti per le truppe, per conservare i viveri e le munizioni. L'intervento alla campana del Garibaldi è stato possibile anche grazie al supporto logistico dell'Enel e dei guardiani delle dighe che hanno,consentito il trasporto dei materiali in quota. La campana è dedicata a S. Armando a ricordo del sottotenente Armando Rinetti e di Armando Zanon partigiani caduti a Piacenza durante la seconda guerra mondiale.

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