DELITTO ENTRATICO, I DUE INDIANI SI DIFENDONO
Era già successo in occasione della precedente udienza che vedeva l’indiano connazionale di Mandip Singh, 39enne a processo per favoreggiamento, accusato di omicidio per la morte di Cosimo Errico, 58 anni, docente dell’istituto Natta di Bergamo ucciso tra le 18,29 e le 18,51 del 3 ottobre 2018 nella sua cascina didattica di Entratico, dove lavoravano i due imputati Così come allora anche ieri, l’imputato ha scelto di difendersi con dichiarazioni spontanee, scritte in lingua punjabi e lette attraverso un interprete. Contro di loro, il pm Carmen Santoro. A motivare il tutto ci sono le intercettazioni. Una frase in particolare è incriminata e discussa, soprattutto per l’interpretazione del termine, “marda”. Per i traduttori del pm vuol dire “uccidere”, per quelli della Corte d’assise “picchiare”. La frase può essere letta come “L’hai ucciso, non dovevi ucciderlo”; oppure “L’hai picchiato, non dovevi picchiarlo”. Come Pal, anche Singh, difeso da Antonio Abbatiello, ieri ha spiegato che si riferivano al coinquilino che non pagava la sua rata d’affitto. “Ho chiesto a Pal se aveva picchiato Ninder, il coinquilino, ma lui mi ha risposto che non l’aveva fatto perché l’altro stava dormendo”. Il giorno del delitto, ha raccontato Singh, “io e Pal siamo tornati a casa dal lavoro in bici. Io sono arrivato alle 17,30, lui andava più piano ed è giunto 10-15 minuti dopo”. Dunque, secondo l’imputato, nell’arco di tempo in cui si è consumato il delitto, loro erano già lontani da Entratico. Il tutto è rimandato al prossimo dibattimento previsto per venerdi, con la conclusione delle parti.
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