OMICIDIO COLLEONI: “FRANCO ERA VIOLENTO”

Sono emersi particolari sconcertanti durante l’udienza relativa al processo a carico di Francesco Colleoni, accusato di aver ucciso il padre Franco ex segretario provinciale della Lega Nord, al culmine di un litigio esploso nel cortile del ristorante di famiglia «Il Carroccio» di Dalmine, dove l’imputato lavorava come cuoco. La tragedia risale allo scorso 2 gennaio. “Con gli altri era disponibile e sorridente, con la fmiglia era di una severità e durezza incredibili. Una volta l’ho rincorso e bloccato altrimenti avrebbe dato un sacco di botte al figlio Federico che all’epoca aveva 12 anni. Nel 1993 ricordo che la moglie mi chiamò perché aveva paura a rientrare a casa”. Questo quanto dichiarato in aula da Antonio Glielmi amico storico della vittima. “A Natale, afferma la cognata, ci hanno chiamati di notte perché la mamma aveva subito una grande violenza. Erano terrorizzati, Francesco all’epoca aveva quattro anni. Li abbiamo accompagnati al pronto soccorso e i bambini non volevano più tornare a casa. Li abbiamo tenuti per tutte le vacanze”. Franco Colleoni viene descritto come un uomo violento e irascibile Anche con i dipendenti del Carroccio Colleoni era collerico. “Alzava spesso la voce, si arrabbiava per cose futili”, racconta Maria Giulia Ghisleni, cameriera al ristorante dalminese da 22 anni. “Aveva degli scatti di rabbia, insultava e quello che aveva in mano volava – ha detto Sara Martinelli, dipendente del Carroccio da 10 anni -. Una volta sono uscita a portare fuori un sacco della spazzatura e non mi sono accorta che gocciolava, lui mi ha rincorsa in giardino e si è messo ad insultarmi. Un’altra volta è inciampato in alcune cassette, si è arrabbiato molto e me le ha lanciate addosso. Insultava tutti, anche i cuochi, incuteva terrore. Non importa quello che facevi, per lui valevi sempre zero”. Durante l’udienza sono stati sentiti anche due periti della difesa, che hanno precisato come epoca e modalità di deposizione delle tracce genetiche siano impossibili da definire. Questo, per i difensori, potrebbe spiegare in altro modo la macchiolina di sangue della vittima sul retro della felpa dell’imputato e il Dna di quest’ultimo sotto un’unghia della mano sinistra di Colleoni senior. Il prossimo 15 dicembre le conclusioni del pubblico ministero Emanuele Marchisio e quelle della difesa. È possibile che il Tribunale si ritiri lo stesso giorno in camera di consiglio ed emetta la sua sentenza.

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