AL PAPA GIOVANNI INTERROGATORIO DI MONIA

Nell’ultimo post su Facebook del 13 ottobre, Monia Bortolotti, accusata di doppio infanticidio dei suoi due figlioletti a Pedrengo, scriveva “Vado avanti solo per proteggere l’amore immenso che provo per i miei bimbi dalle accuse della procura, perché i miei bimbi erano tenuti come gioielli, erano la gioia che cercavo da una vita”. I fatti risalirebbero al 2021 e 2022: prima era morta la figlia Alice di 4 mesi, il 15 novembre, un anno dopo, il 25 ottobre, il figlio Mattia di soli due mesi. In un primo momento si era pensato a decessi per cause naturali: in entrambi i casi la madre si trovava sola in casa e aveva chiamato i soccorsi, i piccoli sembravano essere soffocati per un rigurgito. L’attività d’indagine era poi iniziata il 25 ottobre dello scorso anno. Tante le analogie con la precedente prematura morte della sorella, tali da generare forti sospetti. Veniva quindi richiesta l’autopsia, giunta lo scorso febbraio: Mattia non è morto per cause naturali, ma per una “asfissia meccanica acuta da compressione del torace”, in poche parole soffocato. Veniva quindi fatta riesumare anche la salma di Alice, per essere sottoposta allo stesso esame, alterato dallo stato di conservazione del corpicino della piccola. La ventisettenne di Pedrengo finiva quindi agli arresti sabato mattina in casa del padre a Gazzaniga. I rapporti con il suo compagno si erano logorati a partire dalla morte di Mattia: tuttavia Monia aveva continuato a vivere ancora nella casa di lui, in via Falcone e Borsellino a Pedrengo, teatro dei due infanticidi, ancora per diversi mesi dopo l’iscrizione nel registro degli indagati e appunto fino a circa due mesi fa, quando era tornata a Gazzaniga nell’abitazione del padre. I vicini e i residenti nel quartiere residenziale di Pedrengo sono ancora tutti sconvolti per quanto successo. In pochi parlano, i più cercano di evitare i tanti giornalisti presenti. Intanto questo martedi 7 novembre è previsto l’interrogatorio della donna.

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