VIZIO TOTALE DI MENTE PER CARYL MENGHETTI
Caryl Menghetti la notte del 26 gennaio scorso, quando impugnò un coltello con cui colpì il marito Diego Rota per 25 volte, uccidendolo mentre la figlioletta dormiva nella stanza accanto era totalmente incapace di intendere e di volere. Questo quanto emerso dalle consulenze psichiatriche depositate ieri in tribunale, in incidente probatorio, dagli esperti delle parti. Dopo aver sentito le relazioni, il gip Riccardo Moreschi ha rimesso gli atti alla pm Laura Cocucci per tutte le valutazioni del caso. La Procura potrà quindi chiedere al Tribunale di fissare un’udienza ed emettere la sentenza, che potrebbe essere di assoluzione o di non luogo a procedere. Resta anche da capire se vi sia pericolosità sociale, quindi una rivalutazione del suo stato nel tempo. Nel frattempo la donna potrebbe lasciare il carcere per entrare In una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Caryl fu arrestata con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Dopo quattro giorni in carcere, il 29 gennaio fu trasferita in Psichiatria all’ Ospedale Papa Giovanni XXIII° di Bergamo. Dal primo marzo, si trova rinchiusa nel carcere di Torino, sotto terapia farmacologica. Il Tribunale aveva disposto una perizia psichiatrica, in incidente probatorio. Il 29 aprile, gli esperti si sono espressi favorevolmente sulla capacità della donna di stare in giudizio. Ieri, la relazione sul secondo quesito, vale a dire se quando uccise il marito fosse capace di intendere e volere, il più importante per il futuro di Caryl, il giudizio di consulenti e periti è stato concorde: vizio totale di mente al momento del fatto.
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